La storia del Char de Bataille B1 risale ai lontani anni Venti, quando il ministero francese emise una specifica per un nuovo carro armato medio polivalente, capace, cioè, di poter essere impiegato sia in appoggio tattico alla fanteria che nel combattimento diretto con altri carri. Inizialmente le dimensioni richieste dovevano essere relativamente contenute con pesi nell'ordine delle 13 tonnellate, mentre grande importanza fu data alla mobilità: il nuovo mezzo doveva infatti essere capace di fornire buone prestazioni di marcia su ogni tipologia di percorso, specialmente in condizioni di terreno caratterizzato dalla presenza di trincee. Al concorso parteciparono praticamente tutte le industrie francesi del settore, ma alla fine delle valutazioni dei vari progetti la scelta ricardde sul modello presentato dalla Schneider/Renault. La messa a punto di questo mezzo si rivelò estremamente lenta e laboriosa, soprattutto a causa della sua eccessiva complessità meccanica, tanto che le prime consegne ai reparti operativi furono completate solamente nel 1936, ben quattro anni dopo la fimra della prima commessa. Il veicolo, che aveva preso la denominazione di Char B1, era un grosso carro pesantemente corazzato e armato con un cannone da 75 mm in caccia fisso e con due mitragliatrici leggere installate in una piccola torretta mobile situata nella pate anteriore della struttura. Caratteristica del mezzo erano i grossi cingoli avvolgenti, che assicuravano una buona mobilità su terreni impervi, ma che al contempo rappresentavano uno dei suoi punti deboli, data la loro pericolosa esposizione al fuoco nemico. La corazzatura era, per i tempi, particolarmente robusta ed arrivava al massimo dello spessore a 40 mm. Sebbene si trattasse di uno dei carri armati più pesanti e grandi del periodo, lo Char B1 fu vittima della lentezza della sua messa a punto, tanto che al momento dell'entrata in servizio si erano resi disponibili numerosi miglioramenti praticamente in ogni settore. Si decise, pertanto, di aggiornare i successivi modelli ai nuovi stanrdard: il motore da 272 hp venne sostituito con uno analogo, entrambi di costruzione Renault e a 6 cilindri, ma dalla potenza maggiorata, 307 hp; la corazzatura raggiungeva uno spessore massimo di 60 mm e la torretta venne armata con un pezzo da 47mm. Invariato rimaneva il cannone principale da 75 mm situato nella parte frontale del mezzo. Nacque in questo modo nel 1938 il Char B1bis, esteriormente identico al precedente, a parte il nuovo armamento della torretta, ma decisamente superiore in quanto a robustezza e potenza di fuoco. Invariate, però, rimasero le obsolete soluzioni progettuali e strutturali adottate: i cingoli avvolgenti continuarono ad essere pericolosamente esposti, solo durante la guerra si iniziò a proteggerli in qualche maniera; l'armamento principale rimaneva il pezzo fisso frontale a brandeggio estremamente limitato e di scarsa utilità; la mobilità stessa del veicolo veniva penalizzata dal cattivo rapporto tra peso, che era lievitato fino a 31.5 tonnellate, e potenza, rapporto che ne limitava notevolmente l'agilità. Nonostante tali problemi, a cui si aggiungeva l'eccessiva complessità di utilizzo che richiedeva 4 membri di equipaggio altamente addestrati, lo Char B1bis era senza dubbio il migliior carro armato da battaglia in dotazione all'esercito francese: soprattutto lo spessore della corazza lo rendeva immune a gran parte delle armi anticarro tedesche. In totale si stima che al momento dell'invasione della Francia fossero opeartivi circa 400 carri armati, i quali vennero usati in maniera pessima: invece di raggruppare i veicoli in pochi reparti specializzati, i comandi francesi sparpagliarono lungo tutto il confine franco-tedesco i carri a loro disposizione, in previsione di una guerra di trincea e non certo di movimento, creando dappertutto priccole brigate formate su pochi carri e soprattutto senza veicoli di riserva. La carriera operativa dello Char B1bis fu, quindi, piuttosto blanda: utilizzato male in battaglia e dotato di troppi punti deboli, non soltanto i cingoli ma anche la torretta si rivelò estremamente fragile ai colpi avversari, il veicolo non riuscì minimamente ad opporsi ai rivali tedeschi. Alla fine della campagna, numerosi esemplari del veicolo caddero in mano alla Wehrmacht, che, dopo averli trasformati in veicoli lanciafiamme o artiglierie semoventi, li utilizzò prevalentemente per le operazioni di controllo sul suolo francese, oppure come mezzo scuola. Alcuni veicoli privi di torretta vennero ceduti anche all'Italia a fini di addestramento guida di mezzi dalla grandi dimensioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Pareri Personali:
RispondiEliminaSenza dubbio imponente, il carro Char B1-B1bis fu però un gigante dai piedi d'argilla: spesso, infatti, il veicolo rimaneva immobilizzato dalle granate nemiche che andavano a daneggiare i cingoli, rendendo così inutile anche il cannone da 75 mm, e di conseguenza non c'era altra alternativa che abbandonare il mezzo fin tanto che era possibile. Altra trappola era rappresentata dalla torretta: bastava un colpo di medio calibro indirizzato all'anello di congiuntura fra torretta e telaio, che l'intera installazione girevole veniva spazzata via. Troppo complicato, sia da gestire che da mantenere in condizioni operative, questo pachiderma risultò troppo debole per affrontare una guerra di movimento. Sarebbe stato sicuramente un mezzo eccellente in un conflitto di trincea, ma ormai si era nell'era della velocità e rapidità di manovra, tutte caratteristiche assenti nello Char B1-B1bis.
Dati Tecnici Char B1bis:
RispondiEliminaMotore: 1 Renault 6 cilindri benzina da 307 hp.
Peso in assetto da combattimento: 31.500 kg
Spessore massimo corazzatura: 60 mm.
Prestazioni: 28 km/h su strada.
Autonomia: 150 km.
Superamento ostacolo verticale: 0,93 m. Superamento ostacolo orizzontale: 2,75 m. Profondità guado: 0.72 m.
Armamento: 1 cannone da 75 mm fisso in caccia, 1 cannone da 47 mm in torretta e 2 mitragliatrici da 7.5 mm (1 in torretta ed 1 coassiale col pezzo da 75 mm in caccia).