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mercoledì 28 luglio 2010

Panzerkampfwagen VIII Maus



Nel 1942, su commissione dello stesso Hitler, Ferdinand Porsche si mise al lavoro per studiare un nuovo tipo di carro armato ultrapesante virtualmente indistruttibile e capace di affrontare con successo ogni veicolo corazzato nemico allora in circolazione. Il nuovo mezzo, che doveva essere per ordine del Fuhrer pesante sulle 120 tonnellate, era inevitabilmente un veicolo imponente, dalle grandi dimensioni, caratterizzato da una spessa corazzatura ed un pesante armento offensivo. Il programma, avviato appunto nel 1942, venne affidanto in cooperazione con Porsche anche alla Krupp, che doveva occuparsi di progettare e sviluppare alcune componenti della struttura e della torretta, compreso l'armamento, che secondo le richieste iniziali doveva comporsi da un pezzo di grosso calibro da 150 mm ed un secondo cannoncino da 20 mm di supporto. Il progetto acquisì in un primo momento una certa priorità, tanto che se ne ipotizzò la messa in produzione già a partire dalla primavera del 1943. Vista la volontà di creare un supercarro, lo stesso Porsche volle occuparsi dell'armamento del futuro Maus, che all'inizio prese la designazione di Mammut, migliorandone le capacità offensive con la sostituzione del pezzo da 20 mm con un più grande cannone da 105 mm: per via dell'introduzione del nuovo miglioramento i tempi si dilatarono leggermente, ma si ritenne verosimile indicare come l'estate del 1943 il momento di avvio della produzione, che secondo le ottimistiche stime del personale doveva aggirarsi intorno ai 5 esemplari mensili. Vista l'importanza attribuita al veicolo, che nel 1943 prese la denominazione ufficiale e definitiva di Maus, che ironicamente significa "Topo" in lingua tedesca, i progetti proseguirono a buon ritmo e nel 1943 venne presentato il modello in legno a grandezza naturale del futuro carro armato: si trattava di un gigante dal peso di ben 188 tonnellate con i cingoli dall'impressionante larghezza di 1 metro ciascuno e Hitler ne commissionò 150 esemplari da mettere immediatamente in costruzione. Sebbene il disegno ed il modello in legno avessero attratto in un primo momento l'attenzione del Furher, il programma venne accantonato e nel novembre del '43 l'iniziale ordinativo di 150 unità fu cancellato: a quel punto, però, il primo prototipo era quasi pronto, mentre un altro si trovava in avanzato stadio di montaggio, e si decise di portare comunque a termine un breve ciclo di test e collaudi sulla macchina, che era stata assemblata senza armamento e con un modello zavorrato e fisso di torretta. Durante queste prove, come era del resto prevedibile, furono riscontrati seri problemi di mobilità e di meccanica: il peso enorme del mezzo rendeva difficile l'attraversamento di qualunque tipologia di terreno e provocava problemi alle sospensioni e di trazione; sempre a causa della mole, il Maus non poteva procedere sopra i ponti sui fiumi, che non erano in grado di reggerne il peso, e dovette essere arrangiato per l'attraversamento in immersione tramite un sistema di collegamento con la superficie per la cattura dell'aria necessaria al suo funzionamento. Desolante era poi la situazione delle performance: in condizioni ideali, il Panzer VIII Maus non riusciva a superare i 13 km/h, velocità veramente troppo bassa per un mezzo da impiegare in battaglia. Dopo queste prove iniziali, che misero in mostra anche le difficoltà di recupero di un veicolo di quel peso per via di un impantanamento che costò innumerevoli fatiche ai tecnici, venne conclusa la costruzione del secondo prototipo, differente dal primo per tutta una serie di dettagli relativamente marginali e per l'installazione completa della torretta con armamento e munizionamento. I lavori di sviluppo sul veicolo, nonostante i miglioramenti che ci si aspettava e che si stavano positivamente applicando, vennero sospesi definitivamente per ordine delle autorità militari nell'agosto 1944, tanto che il primo prototipo rimarrà fino alla fine della guerra privo di torretta ed armamento, e non si potè fare altro che ultimare i collaudi con i due prototipi realizzati. Apprezzabili furono i risultati ottenuti dal Maus V2 in ambito di mobilità, di potenza e trazione: nel secondo prototipo, infatti, venne installato al posto del precedente motore Daimler-Benz MB 509 il più potente Daimler-Benz MB 517, che era supportato da un sistema elettrico d'avanguardia di trasmissione che consentiva delle positive prestazioni di controllo della direzione. Grazie a queste modifiche, il Maus riuscì a raggiungere i 20 km/h di velocità e migliorarono le sue doti di agilità e mobilità: si trattava sempre di coefficenti molto bassi, ma era comunque un miglioramento rispetto ai dati emersi dai collaudi sul primo prototipo. I due modelli vennero inviati nel corso del 1944 al poligono di tiro di Kummersdorf, dove furono sorpresi dalla travolgente avanzata delle truppe sovietiche. Secondo alcune fonti, peraltro non ufficialmente confermate, il Maus V2 fece in tempo anche a vedere il combattimento contro un reparto di mezzi corazzati sovietici nel tentativo di difendere il poligono di esercitazione: nonostante queste voci, i sovietici dopo aver conquistato la regione, trovarono i resti dei due prototipi del Maus gravemente danneggiati, forse sabotati dagli stessi equipaggi o forse rimasti colpiti durante gli scontri. Al termine della guerra, i russi riuscirono a mettere in piedi un modello di Maus unendo le parti utili dei prototipi trovati e lo testarono per breve tempo a Kubinka, vicino a Mosca, dove tuttora è conservato in ottimo stato.