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martedì 1 giugno 2010

Sturmpanzer A7V



Subito dopo l'apparizione dei primi carri armati britannici sul fronte occidentale, in Germania venne creata una commissione composta da militari, tecnici ed esperti delle principali industrie nazionali incaricata di delineare le caratteristiche di un veicolo cingolato da combattimento con cui contrastare efficacemente i corazzati alleati. Secondo le autorità, per colmare il pesante deficit con gli avversari, era necessario progettare e costruire nel più breve tempo possibile un mezzo sulla trentina di tonnellate di peso, capace di superare le trincee nemiche e di raggiungere una velocità di 10 - 12 km/h. Causa mancanza di tempo e per via delle eccessive richieste da parte delle autorità militari, il veicolo studiato dalla commissione, che prese il nome di A7V, risultò piuttosto scadente e dovette pertanto essere rivisto varie volte, finendo col rallentarne notevolmente lo sviluppo e la messa a punto. Per buona parte del 1917, infatti, l'A7V fu al centro di estese modifiche strutturali e progettuali, che variavano dalla riduzione dello spessore della corazza alla soppressione del cannone in ritirata previsto in fase di progettazione. Nonostante le difficoltà tecniche e le carenze di mobilità e maneggevolezza, il progetto venne approvato con la massima rapidità e nell'estate del 1917 furono consegnati i primi esemplari di preserie per dare il via ad un primo ciclo di collaudi e valutazioni operative. L'A7V, soprannominato "Mostro" dagli equipaggi tedeschi, era sostanzialmente un cassone dalla forma grosso modo rettangolare, appoggiato su grossi cingoli derivati dai trattori agricoli Holt, con, sulla zona centrale del dorso, una cupola removibile dove sedevano il capocarro ed il pilota. Le dimensioni, come si può intuire, erano particolarmente grandi, fattore che, unito a cingoli non avvolgenti e particolarmente bassi, ne riduceva enormemente la mobilità e, soprattutto, impediva al mezzo di superare le trincee nemiche. L'armamento principale era costituito da un pezzo a brandeggio limitato da 57 mm in caccia (si trattava di un cannone belga che le forze tedesche avevano catturato in limitate quantità durante le prime fasi della guerra), mentre tutto intorno alla struttura di snodava una cintura composta da sei mitragliatrici Maxim da 7 mm (due sul fianco sinistro, due sul fianco destro e due in ritirata). Tale soluzione, unita alla forma stesso del veicolo, fece guadagnare all'A7V il soprannome, datogli dalle truppe britanniche, di "Fortezza mobile" e in effetti una delle sue caratteristiche era proprio la solidità. Sebbene non avesse destato particolari impressioni al momento della sua presentazione ufficiale, nemmeno il Kaiser parve essere impressionato, ci si rese conto che la situazione era difficile e che ci si doveva accontentare: subito, infatti, ne venne avviata la produzione, che, stando alla commissione, avrebbe dovuto fornire 100 carri armati entro la fine del 1918, ed entro marzo del '18 i primi esemplari venivano schierati direttamente sul fronte. Si trattava di un gruppo esiguo di veicoli, circa cinque, che venne schierato a nord di San Quentin, che ebbe effetti più sul morale dei soldati che sull'andamento del conflitto: infatti 3 veicoli rimasero quasi subito fermi per via di avarie mecchaniche e finirono con l'essere impiegati come fortini, che comunque furono capaci di respingere un timido attacco inglese portato avanti con acluni Tanks. Vero battesimo del fuoco, e primo scontro carro contro carro della storia, si ebbe nel nell'aprile del 1918, quando tre A7V incontrarono tre Mark IV inglesi, due Female ed un Male, con un sostanziale pareggio, ma tendenzialmente favorevole alle truppe tedesche, soprattutto per quanto riguarda il morale delle truppe: durante lo scontro, avvenuto nei pressi di Villers-Bretonneux, i Female britannici dovettero ben presto ritirasi, in quanto le loro armi si dimostrarono incapaci di penetrare la corazza dei fortini mobili tedeschi, mentre il Male impiegato dovette colpire per ben tre volte un A7V prima di costringere il suo equipaggio ad abbandonare il mezzo. Durante l'azione altri sette carri leggeri inglesi Whippet presero parte al combattimento, subendo quattro perdite, ma non è chiaro se a causa dei carri tedeschi o della fanteria li schierata. Il Male continuò il suo combattimento, ma finì con l'essere bloccato da un colpo ai cingoli. Dopo tale episodio, le azioni dei A7V non furono particolarmente esaltanti: capitò, infatti, che i carri rimanessero intrappolati in buche o che si ribaltassero nel tentativo di superare un ostacolo, venendo spesso abbandonati e in qualche occasione catturati dagli alleati. Adogni modo la produzione continuò, migliorando sempre di più nella qualità, fino alla fine delle ostilità, arrivando a totalizzare non più di 26 esemplari prima dell'armistizio. Verso la fine della guerra ne era stat, infine, prevista una nuova versione, denominata A7VU, caratterizzata dall'adozione di cingoli avvolgenti sul modello britannico, ma la fine delle operazioni belliche mise fine prematuramente al progetto. Dopo la guerra pare che alcuni A7V finirono alla ricostituita Polonia, che forse li utilizzò fino ai primi anni Venti durante la guerra contro i sovietici e per la difesa di Warsavia, ma ci sono molti dubbi a riguardo.


2 commenti:

  1. Pareri Personali:
    Certamente non uno dei migliori carri della Grande Guerra, l'A7V si rivelò comunque un veicolo interessante: particolarmente robusto e possente, questo mezzo era sempre un temibile avversario. Pesante, corazzato e ben armato, l'A7V fu, però, vittima delle sue lacune: troppo scarsa la sua maneggevolezza e troppo sensibile al terreno di corsa, nonostante l'ingegnosa ed efficente sospensione installata. Altro aspetto negativo era composto dall'equipaggio stesso: si trattava, infatti, di un gruppo eterogeneo di persone provenienti da specialità differenti e spesso in competizione fra loro, per esempio il pilota era un geniere, mentre gli addetti al pezzo da 57 mm erano artiglieri e così via. Nel complesso fu quanto di meglio l'idustria tedesca del periodo riusì a mettere in pratica: sicuramente valido sotto certi aspetti, l'A7V non si rivelò comunque adatto all'impiego durante la prima guerra mondiale.

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  2. Dati Tecnici A7V:

    Motore: 2 Daimler benzina da 100 hp ciascuno.

    Peso in assetto da combattimento: 32.000 kg

    Corazzatura massima: 30 mm

    Prestazioni: 12 km/h su strada.
    Autonomia: 35 km.
    Superamento ostacolo verticale: 0,45 m. Superamento ostacolo orizzontale: 2,2 m. Profondità guado: 0.2 m.

    Armamento: 1 cannone da 57 mm a brandeggio limitato in caccia, 6 mitragliatrici da 7 mm, due sul lato sinistro, due sul lato destro e due in ritirata.

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